“Scusi da che parte per la felicità?”
Se un automobilista per strada vi fermasse chiedendo questa indicazione lo prendereste per matto? Eppure molto spesso tutti noi ci guardiamo intorno alla ricerca della felicità. La speranza è che arrivi da fuori: dalle cose (la bella auto, la casa, l’acquisto delle tecnologie) o dalle persone (se incontro la persona giusta, se sono molto amata/o). Certo comprare una casa porta felicità ma è una felicità con ‘la data di scadenza’. La vostra nuova casa vi piace ancora, certamente, ma passato qualche mese, se avete dei problemi non vi è di nessun aiuto entrare nella vostra nuova casa.
Essere consapevoli della felicità vuol dire allenare il nostro cervello, che ha l’80% dei pensieri con qualche contenuto negativo, a imparare a essere positivo.
Aspettarsi sempre il peggio, preoccuparsi per quello che ancora non è avvenuto e forse non avverrà, il pessimismo, fa male al nostro cuore.1
Quindi cercare di capire perché pensiamo così negativamente, diventare consapevoli di tutta questa negatività e cambiare modo di atteggiarsi alla vita, è la strada per essere sereni e in salute. Vi sono consigli che vi avranno già detto tutti: camminare, avere relazioni sociali, aiutare gli altri... Proverò ad aumentare la lista del ‘vivi bene con il tuo cuore’.
Visto che il nostro cervello ci propone spesso pensieri negativi, immagini, che non decidiamo coscientemente, ma che poi ci prendono emotivamente, proviamo a riprendere la nostra attenzione su qualcosa di più positivo.
1 Dipartimento di Psichiatria del Päijät-Häme Central Hospital, Finlandia