Le emozioni sono il sale della vita, la possono rendere piacevole e spiacevole.
C’è una grande resistenza in tutti noi a provare l’intera gamma delle nostre emozioni.
Vorremmo liberarci dalle terribili sensazioni di invidia, rabbia, vergogna e paura.
Tuttavia noi non abbiamo un interruttore che possiamo accendere se l’emozione è piacevole e spegnere quando è spiacevole.
Ci vuole coraggio ad ammettere che si è gelosi o invidiosi.
Spesso preferiamo riversare su noi stessi la gelosia verso un altro pur di non riconoscerla: ammirando la bellezza di un amica, possiamo aver provato gelosia e invidia e immediatamente girato l’interruttore e attaccato noi stessi “Sono troppo grassa e non potrò mai diventare magra come XY”.
L’invidia è l’emozione negativa più rifiutata. Perché ha in sé due elementi disonorevoli: l’ammissione di essere inferiore e il tentativo di danneggiare l’altro senza gareggiare a viso aperto ma in modo subdolo, considerato meschino 1.
È pericolosa sia dal punto di vista psicologico che da quello fisico. Quando si sente invidia infatti si attiva una parte del nostro cervello che è collegata al dolore fisico o sociale. L’invidia, come principio costante di paragone con altri, mette sotto tensione il cuore e di conseguenza porta all’ipertensione con grave pericolo del cuore.
Ancora più importante è l’emozione dell’invidia dal punto di vista psicologico.
Quando incontriamo una persona che se la cava meglio di noi possiamo avere due tipi di reazione: gelosia o ammirazione. La prima dipende dalla nostra decisione di sminuire il successo del prossimo, l’altra di riconoscerglielo. Scegliamo di essere invidiosi perché, attribuendo le azioni e i successi di altre persone a fattori fuori dal nostro controllo, come la fortuna o metodi illeciti, possiamo evitare lo sforzo psicologico di farci ispirare dagli altri, di guardarci dentro e di decidere di fare qualche tentativo in più per migliorare noi stessi e avere fiducia nei nostri mezzi.
L’invidia corrode e nel momento che stiamo provando invidia ci stiamo dicendo: “Valgo meno, a me non è possibile arrivare fino a lì” e ci sentiamo dei perdenti. Riconosci i successi degli altri. Anche se ti possono sembrare sospetti. Cerca in tutti i modi di trovare qualcosa di lodevole nell’impresa del prossimo e di trarne qualche insegnamento.
1 Valentina D'Urso - Psicologia della gelosia e dell’invidia- Carrocci Editore 2013